Federazione Universitaria Cattolica Italiana

 

Gruppo di Firenze

Per informazioni: 

Pagina Facebook: FUCI Firenze

Twitter: @FuciFirenze

Sede: Parrocchia S. Donato in Polverosa

Chiamare: Rita Manuela Bruno

Alla fine dell’Ottocento, il mondo universitario cattolico italiano viveva a fatica e con difficoltà la propria esperienza negli atenei italiani. Da più parti si avvertiva la necessità di una opposizione al laicismo, all'anticlericalismo e al positivismo che impregnavano la vita dell'Università e l'orientamento della quasi totalità degli studi accademici. Urgeva costruire una presenza giovane e nuova, culturalmente impegnata ed in grado di conciliare la fede e lo studio all'interno del laicato cattolico.

Durante il XIV congresso cattolico di Fiesole nel 1896 venne fondata ufficialmente la "Federazione universitaria cattolica italian", FUCI, che si dava "La Vita Nova" come organo di stampa. In poco tempo nacquero circoli aderenti alla Federazione nei più importanti atenei d'Italia. I primi anni di vita della FUCI furono segnati da un contrasto tra quanti auspiacavano un più incisivo intervento nella realtà culturale, civile, sociale e politica italiana ed un impegno esclusivamente religioso.

Dal 1906 iniziò la pubblicazione della rivista "Studium" destinata ad interpretare le correnti intellettuali e culturali del movimento cattolico italiano e ad alimentare per decenni il dibattito in seno alla cultura cattolica. Ben presto la Federazione assunse una posizione di netta autonomia rispetto al resto del movimento cattolico, pur mantenendo una assoluta fedeltà alla Chiesa anche grazie alla presenza degli assistenti ecclesiastici.

Con la nomina del 1925 di Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI, ad assistente ecclesiastico e di Igino Righetti come presidente cominciava il periodo più alto della storia della Federazione. Furono loro ad indirizzare un infaticabile lavoro di approfondimento teologico e culturale su argomenti filosofici, artistici, letterari, storici e religiosi, e di preparazione professionale, alla luce del pensiero cattolico europeo e del personalismo, cercando di evitare qualsiasi contaminazione con il Fascismo. Furono loro a guidare una FUCI perplessa e disorientata dalla stipula dei Patti Lateranensi nel 1929 che soltanto nella propaganda garantivano un clima accogliente e disponibile nei confronti della Chiesa e della religione in Italia. In realtà lo scontro diretto non tardò ad arrivare tra i fucini e gli universitari fascisti e la FUCI fu ben presto presa di mira dalla repressione del regime. Nel 1931 la FUCI veniva ridotta ad associazione diocesana sotto il controllo dei vescovi senza interrompere il suo intenso cammino di riflessione, anche grazie alla presenza di Don Costa e Don Guano, che seppero sostituire l'indimenticabile sapienza ed amicizia di Montini.

Il sangue di molti fucini venne sparso al fronte della Seconda Guerra Mondiale e nel tragico periodo della resistenza che lo stesso Don Costa sostenne con circolari clandestine di vicinanza e preghiera agli universitari cattolici partecipi alla lotta di liberazione nazionale. La FUCI seppe inoltre scorgere ed indicare nella immane tragedia di quegli anni i segni di un avvenire possibile e rinnovato dove il messaggio del Vangelo e l'impegno serio e concreto di tradurlo nella storia contemporanea da parte dei cattolici avrebbero avuto un ruolo fondamentale.

Così avvenne una volta riattivata la vita politica democratica del paese. non soltanto la classe dirigente della Democrazia Cristiana fu formata ed animata da grande parte dei giovanni quadri che avevano avuto la loro formazione nella FUCI (si pensi, tra gli altri ad Aldo Moro e Giulio Andreotti), ma ben trentacinque parlamentari provenienti dalla FUCI seppero dare un rigoroso contributo ai lavori dell'Assemblea Costituente nella scrittura della Carta Costituzionale.

In quegli anni cruciali per il Paese, la FUCI tenne fede al proprio stile coniugando la vocazione intellettuale e spirituale con l'interesse per la politica, mantenendosi autonoma e distante dallo spirito della crociata che, specialmente nel 1948, animava buona parte del mondo cattolico, ed eccellendo nell'impegno discreto per la cultura e l'Università, tessendo trame di amicizia con figure come Dossetti e Lazzati.

E' negli anni Cinquanta che si consolida la scelta del primato della fede e della formazione di una solida ed esigente vita spirituale ed insieme della mediazione culturale capace di sostenere un dialogo nella vita degli universitari aldilà delle differenti appartenenze ideologiche. Sono anche gli anni in cui la FUCI dimostra, nella sua riflessione ecclesiologica, liturgica e teologica di cogliere molti fermenti che il Concilio Vaticano II saprà sviluppare.

Sul fronte dell'impegno nella politica universitaria la FUCI fu attiva nello sperimentare un coordinamento delle associazioni cattoliche, la cosiddetta "Intesa Universitaria" e sarà proprio in questo frangente che inciderà lo shock profondo della contestazione globale del 1968. In quel periodo turbolento che sembrò cambiare il volto della società e delle Università, la vita, l'orientamento e l'identità stessa della Federazione vennero profondamente scosse. Sarà grazie alle grande figure di Vittorio Bechelet e dello stesso Don Costa che la FUCI seppe riprendersi ed incanalare la sua riflessione nel più grande alveo della scelta religiosa postconciliare.

Attenzione costante ai problemi dell'Università, fedeltà e radicamento nella chiesa locale, vigilanza sul mondo della politica e delle istituzioni, impegno culturale come strumento di presenza per incidere nella realtà sociale contemporanea: questi i punti fondamentali con cui la FUCI ha saputo vivere il periodo di vorticoso cambiamento della realtà giovanile e del costume post-sessantotto.

Gli anni Ottanta e Novanta in particolare hanno visto l'impegno costante della Federazione sia in ambito civile, con contributi di analisi e di pensiero intorno alla realtà politica e istituzionale del paese, sia in ambito ecclesiasiale, con la fattiva collaborazione nell'ambito della costruzione della pastorale universitaria in Italia.

Infine i primi congressi del nuovo secolo non hanno mancato di interrogarsi su temi di viva attualità, a testimonianza dell'attenzione che gli universitari cattolici hanno sempre dedicato ai processi storici e ai grandi mutamenti che segnano le vicende nazionali ed internazionali. Una cura costante è sempre dedicata all'analisi dei complessi problemi e ai processi che vive il mondo dell'università italiana.

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